Le stranezze del videogioco Elena
Chi ha voglia di scoprire un videogioco diverso dal solito, introspettivo e curioso, può trovare pane per i propri denti grazie ad Elena, un titolo che è stato concepito e messo a punto per essere utilizzato su HTC Vive e Oculus Rift, anche se in realtà volendo ci si può giocare anche nel modo più tradizionale, con il pad o con il mouse. La trama di questo titolo esplorativo, che è stato sviluppato da Catch A Cat, porta al centro dell’attenzione un’avventura da vivere in prima persona, che non dura più di un’ora: già questa peculiarità fa capire che si ha a che fare con un prodotto che è stato ideato e realizzato per poter essere fruito nell’arco di una sessione unica. Ciò non toglie che, in caso di necessità, il gioco possa essere fermato e salvato attraverso un comodo checkpoint.
La principale dinamica di Elena prevede di esplorare la casa di una coppia, Lennard e Anna, e di interagire con i vari oggetti che si trovano nelle diverse stanze. Come si può ben immaginare, la narrativa gioca un ruolo preponderante in questo videogame. Si può intuire, per esempio, che Anna e Lennard non sono i soli personaggi, visto che il titolo chiama in causa il nome di un’altra donna: se ne sa di più a mano a mano che la trama si sviluppa. Sin dal primo momento, invece, si sa che il marito di Anna, in apparenza senza alcun motivo e in modo totalmente imprevisto, sparisce nel nulla.
L’esperienza di gioco di Elena
L’esperienza di gioco di Elena parte proprio da questa scomparsa misteriosa e dallo squillo del telefono di casa: all’altro capo della cornetta c’è un individuo, che si rivela essere il solo alleato su cui si può contare per arrivare alla soluzione del gioco. Le meccaniche previste, comunque, sono meno impegnative e complicate di ciò che questo incipit potrebbe lasciare immaginare: si tratta, come detto, di perlustrare le camere della casa e di ritrovare il bandolo di una matassa intricata grazie ad alcuni oggetti.
Ciò non vuol dire, comunque, che il gioco e lo sviluppo siano banali, e le sorprese comunque non mancano. A volte, poi, al giocatore viene lasciata molta libertà di azione, un fattore che si può rivelare sia vantaggioso che svantaggioso, dal momento che rischia di causare una dispersione eccessiva. Il bello del titolo, però, è che una volta giunti alla conclusione non è ancora tutto chiaro.